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Aspettando Sanremo

17 Mar 2014

Tirreno-Adriatico 1990, quarta tappa con arrivo a Maori: a 30 km dall’ arrivo, sulle prime rampe del valico di Chiunzi, Toni Rominger, uno dei favoriti per la vittoria finale, attacca da solo. Dietro il gruppo esplode e inseguono in sette: Kelly, Fondriest, Delion, Roosen, Nulens, Jaskula e Muller, tutti corridori tra i migliori di quegli anni.
Rominger, abilissimo anche in discesa, guadagna terreno inesorabilmente: sul traguardo il gruppetto degli inseguitori accuserà 1’50” e Toni vincerà la sua seconda Tirreno-Adriatico.

Ieri Alberto Contador ha replicato, 24 anni dopo, con un’ azione simile: 33 km all’ attacco, 
quasi un’ ora di sforzo a tutta, che hanno stroncato gli avversari di classifica, Quintana su tutti.
Alberto, già dato frettolosamente per finito dai soliti espertoni-sapientoni-cultori del rancido nel corso della scorsa stagione, ha tirato fuori un numero di alta classe, coraggio e potenza atletica, che lo ripropongono tra i favoriti per il podio al prossimo TdF.
Nuovi allenamenti a Tenerife, abbandono di avventurose strategie alimentari, voglia di rivincita le chiavi del rinnovato successo.

La Milano-Sanremo, territorio di conquista per velocisti di fondo, ma anche per finisseur con dinamite nelle gambe, di solito è riservata a chi esce con buone gambe da Tirreno-Adriatico o Parigi-Nizza, ma ricordo eccezioni: Moser nell’ 84 vinse da solo senza corse precedenti e lo stesso Gianni Bugno, nel 1990 trionfatore solitario, se ricordo bene non aveva partecipato né alla T-A né alla P-N… 

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