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Allenabilità nello Sport

07 Lug 2016

Jim Ryun, straordinario talento del mezzofondo degli anni 60, nel suo esordio atletico, all’ età di 15 anni, non seppe far meglio di 5’38” sul miglio.

Solo sei mesi dopo, con un allenamento approssimativo, correva in 4’26”. Alla fine di quella stagione 4’08”. 

A quel punto decise, convinto dal suo allenatore Bob Timmons, di fare sul serio: incrementò esponenzialmente i carichi di allenamento nell’ inverno e l’ anno seguente, alla sua seconda stagione su pista segnò un sensazionale 3’59” sul miglio, che gli valse la convocazione olimpica a Tokyo, a soli 17 anni!

Due anni dopo, nel 1966, corse in 3’51”3, nuovo record mondiale, ulteriormente migliorato l’ anno dopo a 3’51”1, record che resistette ben 8 anni.

Ryun è l’ esempio paradigmatico per spiegare il concetto di ALLENABILITA’, qualità che solo grandi atleti esprimono ai massimi livelli.

Anche qui, come per l’ altitudine, esistono “high responders” e “low responders” allo stesso stimolo di allenamento.

Sorprendentemente il margine di miglioramento non ha nulla a che vedere con il livello prestativo iniziale.

Tony Rominger iniziò a pedalare a 21 anni. Fino ad allora non aveva fatto alcuno sport, ma conduceva la vita sedentaria del contabile. Messo su una bici casualmente dal fratello, in breve mostrò le sue doti, con rapidi miglioramenti che lo convinsero a passare professionista, sebbene ormai vicino ai 25 anni.

Nonostante la mancanza di “scuola ciclistica”, sorprendenti e grandi progressi di performance lo portarono a diventare uno dei migliori ciclisti al mondo negli anni 90, grazie soprattutto alla sua capacità di sopportare grandi carichi di allenamento.

 

Un aumentato RIEMPIMENTO DIASTOLICO, quella fase del ritmo cardiaco in cui le cavità ventricolari si rilassano, riempiendosi del sangue refluo dalla periferia, sembra essere in gioco nel quantificare il grado di alienabilità.

È il VOLUME TOTALE DEL SANGUE  (plasma più globuli rossi) che determina l’ entità del riempimento diastolico.

Gli atleti che più rispondono all’ allenamento sono quelli che, naturalmente, aumentano più di altri il volume ematico in risposta ai carichi di lavoro.

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