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Giro delle Fiandre 2003

11 Apr 2003

Il vento e la distanza selezionano il gruppo, il Muro di Grammont sceglie il vincitore.

Il vento laterale soprattutto, che lascia scoperti i corridori anche se a ruota, dopo ogni curva di strade strette, come anche in cima ai muri, provoca “rasoiate” nei muscoli di quei corridori costretti a fare “l’ elastico” per rispondere alle accelerazioni dei primi.

Chi rimane intrappolato nella pancia del gruppo prima di ogni curva o restringimento della sede stradale, è costretto a repentini rallentamenti, che si trasformano quindi nelle violente e prolungate accelerazioni dei corridori in lunga fila indiana, esposti al vento laterale e ai “buchi” provocati da quei ciclisti che non ce la fanno a seguire chi li precede.

Fondamentale conoscere il labirinto del percorso, ogni curva, le stradine, la direzione del vento: i belgi hanni vinto già 61 volte questa bellissima corsa; italiani e olandesi inseguono da molto lontano con 9 vittorie ciascuno.

Il Grammont proietta due “vicini di casa” che rampano con agilità e potenza sul pavè al 20% di pendenza: Peter Van Petegem e Frank Vandenbroucke.

Li inseguono una decina di corridori, che però continuano a perdere terreno negli ultimi 15 km che mancano all’ arrivo, anch’ essi fortemente provati dal micidiale vento contrario.

La volata è senza storia: troppo più veloce e potente Van Petegem che si impone su un Vandenbroucke che pure aveva mostrato nel finale di avere ancora benzina nelle gambe.

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