Tour de Lance
27 Lug 2004
“Pensi di poter fare 5 km in meno di 17 minuti?” – chiedo a Lance.
“Quanto sarebbe per ogni miglio?”
“5’20”, più o meno”.
“Sicuro, lo posso fare!”
Con cauto scetticismo gli chiedo: “Ma ti sei allenato nella corsa di recente?”
“Ho giocato a tennis 3-4 volte…”
“Allora è impossibile che tu riesca a correre in meno di 17 minuti senza allenamento”
“Eppure lo posso fare”
“Scommettiamo mille dollari che non ce la fai?” - ribatto sicuro.
Per mia fortuna, di fronte alla mia certezza Lance Armstrong non accetta la scommessa.
Era un giorno di inizio Dicembre 2002 ed eravamo alla partenza del Dirty Duathlon: 5 km di corsa, 20 km in mountain bike, altri 5 km di corsa in un luogo sperduto nella campagna texana ad 1 ora e mezza da Austin.
Superfluo ricordare che Lance ha stravinto quella gara a tempo di record proprio grazie ad eccellenti frazioni di corsa a piedi, davanti a buoni duathleti perfettamente allenati ed arrivati da tutto il Texas per vincere e battere Lance Armstrong.
Vederlo gareggiare è sempre un’ esperienza esaltante: è agonismo disinteressato allo stato puro, un godersi la sfida tutto d’ un fiato.
Vederlo correre in mezzo ai sassi in salita e in discesa era uno spettacolo: io e Johann (Bruyneel) ci guardavamo stupiti e preoccupati per l’ integrità delle sue articolazioni.
Ma questo è Lance.
Sicuramente avrà accusato atroci dolori alle gambe per una settimana, ma non lo ammetterà mai.
Armstrong si è bevuto e goduto questo Tour de France, con lo stesso spirito con cui si è aggiudicato il Dirty Duathlon nella campagna texana; questo malgrado una pressione enorme ed un’ atmosfera tutt’altro che idilliaca attorno alla Grande Boucle.
Lance ha confermato il livello delle sue prestazioni migliori sia in salita che a cronometro, sia sul piano tattico che emotivo.
Congratulazioni.