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Tour de France 2002

04 Ago 2002

9a Tappa: Lanester – Lorient, 55 km - Cronometro Individuale.

È il primo confronto importante tra gli uomini che aspirano a vincere il Tour de France 2002.

Davanti alla TV controllo la cadenza di pedalata dei concorrenti più interessanti: cronometro il tempo di 10 pedalate complete, quindi divido 600 per il tempo e si ottiene la cadenza/minuto.
Tempo di 10 pedalate: 5.65 secondi, che corrisponde a (600/5.65)=106 pedalate al minuto.

È una cronometro leggermente vallonata, c’è vento.

Normalmente i corridori mantengono cadenze medie attorno a 95-100 RPM, in una cronometro di questa lunghezza con percorso similare.
Ma ci sono eccezioni: un ottimo specialista come Gonchar utilizza cadenze medie di 70-80 RPM, ma anche Gonzalez de Galdeano e Botero pedalano a 80-90 RPM. 
Tutti utilizzano rapporti lunghissimi.

Il loro risultato nella crono è ottimo, ma quale sarà il loro rendimento sulle salite pirenaiche che incombono sulla fatica e sul recupero dei corridori? A quelle stress sono sottoposte articolazioni e fibre muscolari che devono sopportare ad ogni colpo di pedale tensioni che si avvicinano ai 100 kg?

Armstrong è l’ eccezione opposta: di solito nelle cronometro come questa mantiene cadenze tra 105 e 115 RPM, che risultano per lui le più efficienti.

Ma oggi i suoi tempi sulle 10 pedalate oscillano tra 5.20 e 4.80 sec., che corrispondono a 115 e 125 RPM rispettivamente. 
Troppo agile.

Una cadenza media di 120 RPM va bene per una prova in pista sui 4 km ad inseguimento, non certo per una cronometro di un’ ora.

A queste cadenze anche Lance diventa meno efficiente: la spesa energetica per muovere così vorticosamente la massa degli arti inferiori e gli attriti interni (muscolari ed articolari) diventano troppo alti. 

Si calcola che l’ utilizzo di cadenze di pedalata superiori dell’ 8-10% rispetto alla cadenza ideale porti ad un peggioramento della prestazione dell’ 1% circa: su un’ ora di corsa corrisponde a 30-40 secondi.

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