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Primavera 2013

05 Mag 2013

FROOME: già vincente in febbraio al Tour di Oman, si è confermato il più forte in salita, specialmente quando la corsa segue la legge del team Sky: ritmo veloce e costante.
Vincente anche al Criterium Internazionale e al Giro di Romandia, cede però a Nibali alla Tirreno Adriatico, in una tappa resa particolarmente dura dal freddo e dalla pioggia.

NIBALI: mostra progressi in salita (VAM = 1700m/h sulla salita di Sega di Ala) e si conferma corridore solido, completo e adatto a tutte le tattiche di corsa.
I suoi successi alla Tirreno Adriatico e al Giro del Trentino ne fanno, a mio avviso, il favorito per il prossimo Giro d’ Italia. 

WIGGINS: spesso nervosetto, il Baronetto ha lasciato spazio ai compagni Froome e Porte nella leadership nel Team Sky, con una prima parte di stagione tranquilla dal punto di vista agonistico, concentrata su allenamenti “speciali” per il Giro.
Al Giro del Trentino, incidente meccanico a parte, ha mostrato qualche limite ancora in salita: a Sega di Ala non è riuscito a chiudere un ritardo di 25” sul gruppetto dei migliori tirato dal solo Tiralongo, e quando Nibali ha accelerato, Wiggo ha perso un ulteriore minuto in circa 4 km.

PORTE: corridore solido e compatto ha mostrato grandi progressi, sia in salita che a cronometro, anche se con qualche oscillazione di rendimento.
Dominatore della Parigi-Nizza, con una superba prestazione nella cronoscalata al Col d’Eze (a soli 5” dal record di Wiggins), avrebbe fatto suo anche il Criterium internazionale se non fosse stato al gioco tattico che ha favorito Froome.
Con Porte salgono a tre gli aspiranti alle grandi corse a tappe nel Team Sky: non saranno troppi ?

QUINTANA: non a caso già vincitore del Giro dell’ Emilia 2012, si conferma in grande ascesa nel panorama mondiale con la meritata vittoria al Giro dei Paesi Baschi, davanti a Porte. Assieme a Henao, Uran, Betancur e altri giovani corridori rappresenta la conferma del risveglio del ciclismo sudamericano, che propone corridori dal fisico compatto e forti su ogni terreno.

CONTADOR: sorprendentemente sottotono, soprattutto in salita, non va oltre un terzo posto alla Tirreno Adriatico e un quinto posto ai Paesi Baschi. Anche nelle Classiche Ardennesi mostra limiti evidenti, specie alla distanza.
Probabilmente è concentrato sul solo TdF, ma ho l’ impressione di qualche limite fisico.

EVANS: dopo un promettente terzo posto al Tour di Oman, non manifesta progressi consistenti, sia in salita che a cronometro. Ancora molto lontano dai livelli delle sue stagioni 2009-2011.

DANIEL MARTIN: vincitore con merito della Liegi – Bastogne – Liegi e del Giro di Catalogna (pur favorito dalla caduta di Valverde) conferma i suoi progressi degli ultimi anni, anche se con alti e bassi di rendimento .

CANCELLARA: domina, ma senza avversari, Fiandre e Roubaix. Fuori dai giochi per problemi di salute e cadute Boonen, e ancora troppo verde il suo unico rivale credibile Peter Sagan, il campione svizzero ha gioco facile sulle pietre e muri, nonostante due cadute tra Fiandre e Roubaix che hanno messo a rischio il suo terzo trionfo nella volata al velodromo .

SAGAN: il 23enne slovacco, vince molto, corre forse troppo, ma fallisce le corse più importanti, dove era dato favorito, mostrando qualche limite, per il momento, alla distanza.

GILBERT: il campione del mondo buca la campagna delle classiche, mostrando evidenti limiti anche alla distanza, confermando le prestazioni del 2012 (mondiale a parte), molto lontane da quelle degli anni precedenti: una “involuzione“ comune ad altri leader della BMC, come Evans e Hushovd. 

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