Musica & Prestazioni
04 Gen 2015
Nel 2008 il ricercatore Alexei Koudinov (Doping Journal, 2008, 5 : 2-10) osservò che Michael Phelps ascoltava musica in cuffia fino a poche decine di secondi prima di entrare in vasca alle olimpiadi di Pechino, dove vinse ben 8 medaglie d’ oro.
Nel suo articolo Koudinov arriva ad accusare Phelps di doping in base al codice WADA, che vieta “ogni aumento artificiale del trasporto e cessione di ossigeno”.
In effetti numerosi studi scientifici mostrano come l’ ascolto di musica possa modificare la efficienza della respirazione e aumentare la saturazione dell’ Hb, di fatto migliorando il trasporto di ossigeno ai muscoli.
Ascoltare musica prima o durante lo sforzo rilasserebbe la muscolatura, riducendo il consumo di O2 nei muscoli non protagonisti, il che aumenterebbe la ossigenazione dei muscoli impegnati nel gesto sportivo. Anche la coordinazione e la comunicazione cervello-muscoli sarebbero migliorate, economizzando il dispendio energetico, con un “meccanismo di feedback bio-chimico derivato da una sorgente esterna”: la musica appunto.
Uno studio recente (Pre-task music improves swimming performances , J Sports Med Phys Fitness, 2014) dimostra che ascoltare 5min di musica (self selected) fino ad 1min prima della gara (200m free-stile) migliora il tempo di circa 2” (1.44%) in nuotatori di livello regionale, rispetto al gruppo di controllo, che attendeva la gara in silenzio.
Un altro studio del 2014 (Music enhances performance and perceived enjoyment of sprint interval exercise, Med Sci Sports Exerc) rileva un miglioramento del picco di potenza e della potenza media di 4 prove di 30sec “all-out” al cicloergometro, separate da 4 min di recupero, in giovani adulti moderatamente allenati.
Già nel 1998 (Int J Sports Med , 19 : 32-37) l’ ascolto di musica durante 15min di corsa al 70% del VO2max aveva mostrato significative riduzioni della frequenza cardiaca (da 152.9 a 145.9 battiti/min), della pressione sistolica (da 158.1 a 151.7 mmHg) e dell’ acido lattico (da 2.75 a 2.13 mM/l in uomini ben allenati.
Uno studio su triathleti di elite (J Sci Med Sport, 2012;15:52-57) impegnati nella corsa a piedi, mostra un prolungamento del “time-to-exhaustion” del 19% quando si ascolta musica. Il lattato è anche risultato più basso e il consumo di O2 ridotto dell’ 1% a parità di velocità.
Anche il gesto della corsa risulta più economico. Gli Autori concludono che la “Musica produce benefici ergogenici, psicologici e fisiologici “.
Personalmente ho verificato su me stesso, impegnato al cicloergometro, che ascoltare brani dei Doors, sempre gli stessi, riduce la sensazione di fatica e le concentrazioni di lattato a parità di Frequenza Cardiaca. Probabilmente quei ritmi musicali a me graditi inducono quei meccanismi di feedback neuro-muscolari che migliorano le mie prestazioni.