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Migliorare la Respirazione - Parte II

10 Nov 2013

Cosa hanno in comune Paula Radcliffe e Chris Froome, oltre al fatto di essere inglesi? 
Entrambi adottano una particolare tecnica di respirazione, molto simile tra di loro. 

Osservando Froome in azione sul Mount Ventoux del TdF 2013 non si può non notare che il ciclista inglese ritmicamente abbassa la testa, con una frequenza tanto più elevata quanto più alto è il ritmo di corsa: ogni 5-7 secondi quando l’ impegno è medio, ogni 2-4 secondi quando sferra l’ attacco, come ha fatto a 5-6 km dall’ arrivo sul monte francese. 

Alcuni osservatori hanno attribuito questi movimenti del capo alla necessità ossessiva dell’ “atleta robot” di controllare watt e frequenza cardiaca dall’ SRM fissato sul manubrio. 
Non sono d’ accordo: ogni abbassamento della testa di Froome corrisponde ad una espirazione forzata, attuata con una tecnica particolare. 
Reclinando la testa l’ innalzamento del diaframma è facilitato, favorendo il completo svuotamento dei polmoni: la tensione mio-fasciale anteriore (dalla mandibola alla sinfisi pubica) propria della posizione in iperestensione della testa del ciclista che guarda in avanti è infatti ridotta, facilitando così la espirazione completa. 
Un completo innalzamento del diaframma riduce la pressione endoaddominale, di fatto favorendo il ritorno venoso e linfatico dagli arti inferiori, la cui azione, alleggerita da scorie, risulta più “leggera”. 

La successiva profonda inspirazione, effettuata con naso e bocca e con la testa in iperestensione (guardando avanti per il ciclista, leggermente in alto per il podista), oltre ad ossigenare l’ aria contenuta nei polmoni, riduce la pressione endotoracica aumentando il riempimento diastolico e la portata cardiaca e dunque l’ ossigeno che arriva ai muscoli. 

Quando l’ impegno è medio la espirazione-inspirazione forzata avviene ogni 3-4 atti respiratori (come suggerito da Obree), quando l’ impegno è elevato ogni 1-2 atti respiratori (come fatto da Froome in occasione del suo attacco sul Ventoux). 

Ho provato su di me questa tecnica nelle ultime settimane: ho notato che abbassando la testa la espirazione diaframmatica completa è più facile e, se si pedala ad alte RPM (come Froome…), ad ogni espirazione si accompagna un aumento del 15-20% dei watt istantanei (maggior ritorno venoso? Minor tensione mio-fasciale?). 

Credo che questa tecnica respiratoria, adeguatamente allenata ed associata ad un potenziamento dei muscoli respiratori, possa essere vantaggiosa rispetto ad una respirazione “incontrollata”, così frequente anche in atleti di vertice.

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