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Buoni & Cattivi

03 Dic 2010

Già nel 2007 (prima dell' introduzione del Passaporto Biologico) l' UCI aveva individuato una "black list" di corridori sospetti, i cosiddetti "Men In Black", perchè apparentemente si allenavano con indumenti neutri, senza logo degli sponsor, di colore nero. 

Anne Gripper, allora responsabile UCI dell' antidoping, dichiarò (guardian.co.uk, 22 jun 2007): "We have been informed that they are training in strange places in funny kit. Two of them were recently intercepted in an unusual training location and tested". 
L' articolo continua così: i corridori sono stati sottoposti a 3-4 controlli fuori competizione nelle ultime settimane (tutti negativi, ndr). 
Anne Gripper aggiunge: "They are considered high risk because of their suspicious behaviour and because they are likely to want to go well in the Tour de France" (!). 

Nella cosiddetta "black list" sono stati poi inclusi da alcuni media alcuni corridori "non graditi" all' UCI: leggi "Two stories about Michael Rasmussen" e "Fxxx off" di Klaus Wivel (newcyclingpathways.blogspot.com) e "A dirty deal" (nyvelocity.com) riguardante il caso di Vladimir Gusev. 

È di ieri la comunicazione da parte dell' UCI che nel 2011 il programma antidoping prevede un aumento considerevole del numero dei controlli per i corridori "il cui profilo potrebbe indicare un comportamento illegale", piuttosto che quei corridori con "profilo regolare". 

Non è ben chiarito cosa si intenda per "profilo"...

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