Giro d'Italia 2016
29 Mag 2016
Una dozzina di anni fa Eddy Mazzoleni, corridore di taglia simile (181 x 67 Kg) a quella di Vincenzo Nibali, decise di allungare le pedivelle, da 172.5mm a 175mm.
Si presentò al training camp sul Teide con questa novità tecnica adottata già da qualche settimana.
Nonostante le sensazioni in bici fossero buone, il rendimento negli allenamenti lunghi mostrava vistosi cali nel finale, apparentemente senza una ragione specifica legata ad alimentazione o altro.
La pedivella più lunga consente una leva di spinta maggiore, riducendo, a parità di potenza, il picco di forza richiesto nella pedalata, ma costringe le gambe ad un giro superiore.
Questo comporta una modifica delle escursioni articolari, attriti interni superiori con conseguente maggior dispendio energetico, che negli sforzi prolungati determina un calo di rendimento alla distanza.
Per la cronaca, dopo pochi giorni di evidente difficoltà, suggerii a Mazzoleni di tornare alle 172.5mm: immediatamente Eddy ritrovò il suo miglior rendimento.
Credo che le difficoltà di Vincenzo Nibali in questo Giro d’ Italia, i suoi inspiegabili cali di rendimento, oltre che ad inevitabili ripercussioni psicologiche, sia dipeso dalla scelta errata di allungare le pedivelle.
E credo, pur senza averne certezza, che il suo “miracoloso” e spettacolare recupero nelle ultime due tappe alpine sia dovuto ad un provvidenziale ritorno alle pedivelle 172.5 mm, che gli hanno consentito cadenze di pedalata più alte in salita.
Il livello tecnico espresso nel giro 2016, nonostante lo spettacolare epilogo, non è stato altissimo.
Le potenze espresse in salita raramente hanno superato i 6.00 w/kg: lo stesso Steven Kruijswijk, rivelazione sfortunata di questo Giro, nella cronoscalata di Siusi (10.8 km al 7.3%) ha espresso una VAM di 1646 m/h = 6.09 w/kg.
Anche il miglior Nibali dell’ impresa di S. Anna di Vinadio non ha espresso potenze superiori ai 6.00 w /Kg nel suo attacco decisivo sul Colle della Lombarda.
Esteban Chavez ha conquistato meritatamente il secondo gradino del podio, mentre le labbra bianche di Alejandro Valverde hanno confermato le sue difficoltà ad altitudini superiori ai 2000m.