Giro d'Italia 2004 - Diario
31 Mag 2004
- 8 Maggio, 2004 -
Il Prologo
27 curve per un Prologo di 6.9 km: decisamente più arduo del previsto, il percorso perfetto per corridori potenti, scattanti e non troppo pesanti, disposti a correre qualche rischio nelle curve.
Ogni rallentamento impone nella successiva accelerazione uno sforzo supplementare, proporzionale al peso dell’ atleta.
Un ciclista che procede a 50 km/h, spingendo 450 watts, costretto dalla curva a decelerare a 40 km/h, per rilanciarsi alla velocità precedente sarà costretto per 6-8 secondi a potenze prossime a 650 watts.
Per entrare più veloci nelle curve molti corridori hanno adottato tubolari più grossi (21-23 mm) che garantivano un grip superiore anche nel tratti in pavè.
Un percorso così severo e tecnico spiega i consistenti distacchi tra i protagonisti, messi in fila da un grande specialista come McGee, che lascia il terzo classificato, un ottimo Popovych, a ben 20 secondi.
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- 11 Maggio 2004 -
Simoni scopre le carte
Lo scatto violento di Damiano Cunego a 3 km dall’ arrivo fa da esca per la pronta risposta di Popovych, e appena i due pagano l’ inevitabile debito di ossigeno, Simoni allunga deciso, guadagnando in breve 20”.
Gilberto sale con una VAM di 2000 m/h e, pur accusando una lieve flessione nell’ ultimo km, si aggiudica tappa e maglia rosa.
1872 m/h è la sua VAM degli ultimi 3 km (al 9,2 % di pendenza media), prestazione notevole se consideriamo che è stata ottenuta ad un’ altitudine di circa 1400 m, dove la riduzione di ossigeno comincia ad essere significativa (il valore di VO2max è ridotto del 6-8% rispetto al livello del mare).
La Saeco sta letteralmente dominando la corsa, confermando l’ ottimo stato di forma messo in mostra nelle gare prima del Giro.
Siamo solo alla terza tappa e il peso del controllo della corsa è già tutto sulle spalle della squadra di Simoni.
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- 17 Maggio 2004 -
Forse perchè intimorito dal forte vento contrario, Petacchi tarda un po' troppo a lanciare la sua volata, ed ecco che un ottimo Fred Rodriguez lo anticipa, partendo lungo.
Quando Alessandro risponde lo fa forse con un rapporto troppo lungo, che non gli consente (anche a causa del vento) una pronta risposta in accelerazione: verifico per lui una cadenza di pedalate nello sprint inferiore a 110 RPM, a mio parere troppo bassa per la potenza richiesta.
Alla 9° tappa è già tempo per le prime valutazioni tecniche in questo Giro d' Italia.
Lo strapotere della Fassa-Bortolo nelle tappe pianeggianti ha tarpato le ali a coraggio e fantasia di possibili attaccanti, con fughe poco significative, tenute facilmente sotto controllo e regolarmente annullate nel finale di tappa.
Veramente impressionante il lavoro di uomini come Bruseghin, Codol, Cioni, Velo, in grado di fare l' andatura per ore in testa al gruppo, per poi nel finale lanciare un "treno" che nessuna altra squadra è in grado di contrastare.
Altrettanto disarmante è stata finora la supremazia in salita degli uomini
della Saeco.
Mazzoleni, Stangelj, Bertagnolli, Szmyd sono stati perfetti a fianco di Simoni e dell' uomo più in forma del momento: Damiano Cunego, che non a caso veste la maglia rosa.
In attesa che la crono di Trieste chiarisca valori e gerarchie, la tappa di giovedì con arrivo a Cesena, 228 km, con finale molto vallonato, sarà assai interessante.
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- 19 Maggio, 2004 -
Petacchi come un siluro
5 secondi e 35 centesimi per percorrere gli ultimi 100 metri, 110 RPM con il 53x11 per una velocità di 67 km/h!
Questi i numeri della 5° volata vincente di Alessandro Petacchi, ancora una volta splendidamente lanciato dalla Fassa Bortolo e da Marco Velo in particolare.
Dietro fanno a spallate per prendere la sua ruota, sprecando tesori di energie, mentre nessuna squadra è in grado di proporre un treno parallelo a quello della Fassa.
Alessandro, lasciato al vento ai 180 metri, è stato come sempre in grado di proporre una netta accelerazione, resa possibile da un eccellente rapporto potenza/peso e da un profilo aerodinamico particolarmente penetrante.
Quando lancia lo sprint, Petacchi assume infatti una posizione molto bassa con la testa, mentre le spalle si avvicinano ai lati del collo: sembra proprio un siluro!
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- 20 Maggio, 2004 -
Come previsto la 11° Tappa del Giro, 228 km con arrivo a Cesena, è stata molto spettacolare e ha proposto considerazioni interessanti.
Nonostante il primo giorno di vero caldo, con temperature prossime ai 30° C, e agli ultimi 80 km veramente impegnativi, la velocità media della Tappa è stata superiore ai 44 km/h.
Un continuo saliscendi, con strappi brevi e pendenze fino al 16-18%, alternati a discese strette, ripide e pericolose, non concedeva un attimo di tregua ai corridori rendendo più difficile una corretta alimentazione ed idratazione.
Partito da solo a ben 45 km dall’arrivo, il giovano Emanuele Sella, taglia da scalatore puro, è stato il grande protagonista della giornata, mostrando ottime doti di fondo e coraggio.
Ma la Tappa, per la prima volta in questo Giro, ha mostrato un Team Saeco in leggera difficoltà, con gli stessi Simoni e Cuneo che non hanno saputo o voluto approfittare dell’ affanno di Garzelli in salita, il quale per ben due volte è riuscito a rientrare sul gruppo Maglia Rosa.
E’ possibile che abbiano voluto risparmiare energie in vista della cronometro, ma l’ occasione era ghiotta e a mio avviso andava sfruttata.
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- 22 Maggio, 2004 -
È stata una crono difficile: oltre un’ ora di sforzo, sotto la pioggia, con salita e molte curve insidiose.
Cruciale era la distribuzione dello sforzo: chi partiva troppo forte nella prima parte in salita, pagava poi negli ultimi 20 km pianeggianti, dove era importante avere benzina nelle gambe.
Sergej Gonchar con la sua cadenza di pedalata incredibilmente bassa (65-70 RPM in salita e 80-85 RPM in pianura) fa sua la tappa e sfiora la Maglia Rosa, con gli ultimi 22 km “volati” in 24’44” (53.4 km/h).
Popovych gli cede ben 34” in questo tratto (25’20”), percorso pur sempre a 52.1 km/h, mentre McGee perde da Gonchar solo 4”. Si difendono discretamente Simoni (26’10”), Figueras (26’10”), Garzelli (26’19”), Cunego (26’29”) e soprattutto Pellizotti (25’51”).
Valutando le prestazioni di questo ultimo tratto pianeggiante (non influenzato da cadute e meteo) considerando il quadrato della velocità media (V2, poichè in pianura la potenza espressa dal ciclista è in relazione con il quadrato della velocità):
Gonchar e McGee: V2 = 2851
Popovych: V2 = 2714
Simoni, Cunego, Garzelli: V2 = 2550
Una differenza del 5% tra i primi 2 e Popovych; 11.8% invece la differenza con i 3 corridori italiani.
Queste differenze percentuali di potenza espressa non sono molto lontani dalle differenze di peso tra questi atleti: in salita ci sarà grande battaglia e sicure sorprese.
Le loro rispettive potenze espresse in Watt/kg sono quindi molti simili: la differenza la faranno il recupero e le doti di fondo
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- 25 Maggio, 2004 -
Non ha rivali la Saeco in questo Giro d’ Italia.
Con una tattica tanto perfetta da sembrare quasi banale, lancia in rosa Damiano Cunego.
Simoni rimane nella “trappola” di Popovych, come sempre troppo solo e oggi in crisi di fame nel finale.
Sui 10 km della salita di Terento, Cunego pedala con grande efficacia ed agilità, ma 30” più veloce di lui sale Giuliano Figueras, mentre Popovych in netta difficoltà gli cede non più di 50”.
Simoni, se è allor stesso livello dello scorso anno ne terrà sicuramente conto…
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- 28 Maggio, 2004 -
Superlativa prestazione di Garzelli: 1708 m/h la sua VAM dal momento del suo coraggioso attacco fino al Passo Gavia.
Se consideriamo l’ altitudine superiore ai 2000 m si tratta di una performance straordinaria.
Sfortunatamente per lui, una successiva discesa assai pedalabile ed il vento contrario hanno vanificato il suo splendido tentativo, facilmente controllato da una Saeco ancora una volta “hors-categorie”.
La VAM sulla salita finale di Bormio 2000 (1650 m/h per Cunego) risente dello sforzo nella salita del Gavia percorsa ad andatura molto alta: la spia del glicogeno muscolare lampeggiava già all’ inizio della salita per la maggior parte dei corridori di testa.
Non così per Cunego e Gonchar, apparsi i più brillanti oggi, mentre Simoni non sembra proprio allo stesso livello dell’ anno scorso: a mio avviso pedala ad una cadenza inferiore a quella ideale, forse conseguenza della caduta nella crono di Trieste.
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- 29 Maggio, 2004 -
Dunque Damiano Cunego vince meritatamente l’ 87° Giro d’Italia.
Simoni cede lo scettro.
Per la verità Gilberto non è mai stato staccato da Cunego nel confronto diretto: la tattica e gli abbuoni hanno fatto la differenza, mentre a cronometro Simoni è stato leggermente migliore.
L’ ultima tappa di montagna, un continuo susseguirsi di salite durissime e discese molto tecniche si è trasformata in una gara di resistenza con ritmo costante, ma non elevatissimo.
Alla fine la selezione è stata comunque netta, complice la stanchezza di fine Giro.
Simoni e Garzelli in fuga per tutta la tappa, hanno scalato il Mortirolo in 47’ 30” (1642 m/h), il Passo di Vivione in 55’00” (1503 m/h) e la salita finale in 21’30” (1534 m/h).