Buco nell' Acqua
22 Set 2011
Relativamente agli articoli apparsi sul Corriere della Sera (21/9/2011), Repubblica (22/9/2011) e Gazzetta dello Sport (22/9/2011) :
- la società Health and Performance esiste dal 1996 al 2010: si è occupata di consulenze ad atleti di alto livello che nulla hanno a che vedere col doping. Io sono stato consulente per questa società, con presentazione di regolari parcelle che risultano nelle mie dichiarazioni dei redditi.
- La mia attività professionale si svolge prevalentemente sul campo, con l’ esecuzione di test di valutazione delle capacità atletiche su strada: da qui l’ esigenza di utilizzare un camper come punto di appoggio, per fare una doccia e per discutere i risultati e non certo “per eludere i controlli”.
- non sono mai stato bloccato da Agenti delle Dogane Svizzere con un “sacchetto pieno di soldi”.
- sapevo da molto tempo di essere al centro di un indagine internazionale mossa da vari interessi, vecchi rancori e “conti da regolare”, e sapevo di essere intercettato.
- gli Inquirenti hanno effettuato diversi “blitz”, in base a fantasiose interpretazioni di intercettazioni, nei confronti di persone e atleti a me relazionati, che a nulla hanno portato se non il disagio e l’ intimidazione degli interessati.
- mio figlio Stefano gestisce un sito web che fornisce consulenze per programmi di allenamento a ciclisti e triatleti, tra questi Lance Armstrong.
- non ho mai avuto conoscenza, accesso o disponibilità di un conto in una banca di
Locarno, tantomeno “coperto da alcuni prestanome”.
- il provvedimento di “Inibizione alla frequentazione“ della FCI si basava su ipotesi accusatorie che sono state confutate dal procedimento penale: in particolare è falso che abbia “somministrato e venduto sostanze dopanti a vari atleti per garantire loro migliori prestazioni atletiche”.
“Rebus sic stantibus“ è scritto a pag. 6 nelle motivazioni del provvedimento: ma i fatti sono risultati ben diversi da quelli ipotizzati nelle indagini...