Surreni & Tiroide
08 Feb 2015
Situazioni di stress prolungato cui sono soggetti gli atleti di endurance costringono le ghiandole surrenali ad un superlavoro per rispondere alle richieste metaboliche.
Queste ghiandole, del peso di 4-5 grammi, si trovano sulla sommità dei reni; la loro parte corticale produce sopratutto cortisolo e aldosterone, mentre la parte midollare produce adrenalina e noradrenalina.
Queste ultime intervengono nella risposta acuta allo stress, il cortisolo nelle situazioni di stress cronico. L’ aldosterone regola l’ equilibrio idrosalino (sodio e potassio).
La ghiandola tiroide, del peso di 20-25 grammi, è situata nella parte anteriore del collo al di sotto del pomo di Adamo.
Gli ormoni tiroidei, in particolare la tri-iodotironina (T3), facilitano l’ ingresso dei nutrienti nelle cellule e aumentano la produzione di energia all’ interno dei mitocondri, consentendo all’ organismo di soddisfare le richieste energetiche.
Surreni e tiroide lavorano in SINERGIA per rispondere e contrastare le situazioni di stress,
quali un impegno fisico intenso prolungato e ripetuto, malattie infettive, traumi, carenze nutrizionali e altro.
Un “affaticamento surrenale” costringe la tiroide ad un superlavoro di compenso, così come una situazione di ipotiroidismo anche lieve stressa ulteriormente le surrenali.
La tiroide, per funzionare bene, richiede adeguati apporti di iodio, di proteine ricche dell’ aminoacido tirosina, di selenio (indispensabile per la formazione di T3), oltre a ferro, magnesio e zinco. Essenziali anche vit C, D, E, A e complesso B.
Per produrre il suo effetto metabolico il T3 deve potersi legare adeguatamente ai recettori cellulari e poi deve essere trasportato verso il nucleo della cellula: un deficit di vit D o di ferro possono ostacolare questi processi. Per questa ragione sono consigliati livelli plasmatici di ferritina attorno ai 100ng/ml e di 25-OH-D3 di 50-80 ng/ml.
La quantità giornaliera di iodio raccomandata (RDA) è stata fissata a 150 microgrammi, ma questa quantità è insufficiente a soddisfare le aumentate richieste di ormone tiroideo nell’ atleta di endurance, specie se affetto da affaticamento surrenale.
Lo iodio si trova soprattutto nelle alghe marine (alga bruna) e nel sale marino integrale (non raffinato) il quale è anche un grande supporto alle ghiandole surrenali.
I giapponesi assumono mediamente 12-14 mg di iodio al giorno (quasi 100 volte la dose RDA) in forma di alghe marine e nella loro popolazione la incidenza di malattie tiroidee è molto inferiore a quella dei paesi occidentali
Le infezioni alla tiroide (tiroiditi) non sono affatto rare negli atleti, causate da batteri, virus (mononucleosi, citomegalovirus), ma anche traumi o esposizioni acute al freddo.
Queste forme, se trascurate, possono portare a tiroiditi autoimmuni, con produzione di anticorpi contro la tiroide e conseguente danno permanente, che può rendere necessaria una terapia di sostegno con ormoni tiroidei.
Un medico esperto è in grado di sospettare un ipotiroidismo anche lieve e deve consigliare controlli della temperatura corporea, esami appropriati ed eventualmente la migliore terapia sostitutiva per l’ atleta.
L’ “affaticamento surrenale”, se protratto, può esitare in un “esaurimento surrenale”, condizione tipica dell’ atleta in “overtraining”, con calo di prestazioni, affaticamento cronico, ipotensione arteriosa, irritabilità, disturbi del sonno, frequenti malattie respiratorie, depressione.
L’ esaurimento surrenale può essere prevenuto, oltre che con la riduzione dei carichi di lavoro, con alcuni accorgimenti dietetici:
- 5-10 g al giorno di sale marino integrale (meglio quello grigio del mare del nord)
- limitare gli zuccheri semplici
- assicurare un buon apporto di grassi “buoni”: oliva, cocco, burro, eliminando olio di semi, margarina, grassi idrogenati
- consumare abitualmente semi (zucca, sesamo, lino, mandorle), noci, cocco
- evitare lunghe ore di digiuno: fare pasti frequenti
- vit C in dosi generose: 1-3 g/giorno
- vit E: 400-800 U/giorno
- magnesio: 400-800 mg/giorno
- complesso vitaminico B
- liquirizia in forma di radice o estratto rallenta la eliminazione del cortisolo.
Se questi accorgimenti alimentari non sono sufficienti può essere necessaria una terapia di supporto con idrocortisone in dosaggio fisiologico: 25-50 mg al giorno suddivisi in 2-3 somministrazioni, sempre sotto la supervisione di un medico esperto, per una durata compresa tra alcune settimane e alcuni mesi, a seconda della gravità del caso.