TdF 2013 - Parte II
11 Lug 2013
Molto veloce (54.2 Km/h) la media del vincitore Tony Martin, ma è la prestazione di Froome a sorprendere gli osservatori: 54.0 Km/h, con i rivali di classifica quasi 3 km/h più lenti.
Mentre i soliti commenti maliziosi si sprecano, ripetendo gli aggettivi già usati dopo la cronosquadre volata a 58 Km/h, ricordo che nel ciclismo, in pianura, la velocità è un parametro poco significativo, influenzato pesantemente dal percorso (più o meno rettilineo), dalla direzione del vento, dal tipo di asfalto, ecc).
Anche i materiali tecnici sono in continua evoluzione: oltre le bici e i caschi aero, soprattutto i nuovi tessuti dei body aumentano significativamente la velocità a parità di watts.
È azzardato attribuire potenze ad atleti impegnati in una crono di pianura: Claudio Ghisalberti (Gazzetta dello Sport) si avventura in valutazioni che Cyclingnews.com definisce “pseudo-scienza”: 480w medi per Martin e 470w medi per Froome.
Come sia arrivato a questi numeri non è dato sapere, ma il giornalista aggiunge: Froome “ha il 18% di potenza in più dei rivali”.
Ora, ammettendo una efficienza aerodinamica uguale per tutti i protagonisti (cosa che NON È…), considerando le velocità elevate al quadrato, le differenze di potenza espresse sarebbero:
Froome : 54.0 Km/h - 2916 (v2)
Porte : 52.3 - 2738; -6.5%
Mollema : 51.3 - 2635; -10.6%
Valverde : 51.2 - 2619; -11.3%
Contador : 51.1 - 2613; -11.3%
Evans : 50.8 - 2580; -13.1%
Quintana : 49.6 - 2456; -18.7%
Negli ultimi 5 km di salita verso Aix 3 Domaines, dal momento dell’ attacco di Froome, le differenze erano state minori (ma sempre molto significative):
Porte : -5.5%
Valverde : -7.5%
Mollema : -7.6%
Contador : -11.5%
Quintana : -11.5%
La attitudine di Chris per le prove contro il tempo è ben nota, ma queste differenze tra salita e conometro non si spiegano solo con la differenza di peso corporeo tra gli atleti.
Contrariamente alla grande maggioranza dei ciclisti, Froome (ma anche Wiggins) pedala in salita a cadenze più elevate (100-110 RPM) che a cronometro (90-100 RPM), dove utilizza rapporti importanti, grazie forse all’ utilizzo di pedivelle più lunghe.
La estrema magrezza, con una notevole riduzione anche della massa magra, evidentemente non toglie potenza nella pedalata, che appare particolarmente fluida, probabilmente grazie ad una riduzione degli attriti interni e del costo del “girare delle gambe”.