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    Le Giornate-No

    Solo ieri la gamba girava a meraviglia, non si “sentiva la catena”, mentre oggi la bici non va avanti, sembra incollata all’ asfalto. 

    Ogni ciclista ha provato, sicuramente più di una volta, questo repentino e apparentemente inspiegabile cambio di efficienza. 

    Alcuni atleti ne soffrono più di altri senza che se ne riesca ad individuare la causa, ma a volte una spiegazione fisiologica c’è. 

    Quando le sensazioni in allenamento (o in gara) sono ottime spesso si tende a strafare, con un esaurimento delle riserve di glicogeno non sempre recuperabile in 24 ore. 
    Lo stesso esaurimento temporaneo può coinvolgere alcuni ormoni, la cui produzione è esaltata nelle giornate di grazia e depressa il giorno seguente. 

    È sempre valido il saggio consiglio di frenare la propria esuberanza nei giorni “super”, e cercare di insistere nella sofferenza delle giornate-no, quando viene la tentazione di girare la bici verso casa. 
    È proprio attraverso la fatica delle giornate buie che si esaltano quei meccanismi di super-compensazione che portano al miglioramento. 
    È dunque solitamente opportuno completare l’ allenamento in programma, magari riducendo leggermente le intensità. 

    Anche i grandi campioni conoscono giornate negative, magari seguite da un pronto e clamoroso riscatto il giorno successivo. 
    Nella 17° tappa del Giro d’Italia del 1982, Bernard Hinault in giornata poco felice cede oltre 3’ e la maglia rosa a Silvano Contini. 
    24 ore dopo sulle rampre di Monte Campione il Bretone imprime un ritmo d’ inferno: in cima ritorna in rosa e fa sua la vittoria finale.

     

    Cause esterne possono contribuire nel determinare le sensazioni negative delle giornate-no. 
    Tra queste il freddo è la più frequente, specie nelle umide giornate invernali: muscoli ed articolazioni non si riscaldano, con conseguente rigidità, che aumenta gli attriti interni e la sensazione di essere bloccati. 

    Anche gli allenamenti in palestra possono evocare sensazioni negative a distanza di 24-48 ore, legate a microlesioni reversibili dovute alla componente eccentrica del movimento degli esercizi specifici. 

    Situazioni di stress protratto nel tempo o disturbi del sonno possono a loro volta determinare l’ improvviso blackout energetico delle giornate-no: in questi casi, meglio non insistere con allenamenti impegnativi e concedersi un adeguato periodo di “scarico”. 

    10 Dic 2004
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